figurini

Regia e Drammaturgia: Davide Marranchelli

con Marco Continanza e Davide Marranchelli

Lo spettacolo è stato inserito tra i migliori della stagione milanese nel 2018

https://www.milanoteatri.it/i-migliori-spettacoli-della-stagione-2017-2018/

Il calcio è molto amato. Ma cosa fare contro questi cattivi esempi? Sfidarli. Scendono in campo 11 “Figurini”: sportivi veri, personaggi reali e fantastici con storie da raccontare e ricordare. Uomini da incorniciare perché non si sono fatti corrompere, perché hanno lottato a volte perdendo la loro battaglia ma mantenendo integra la loro sensibilità, umanità… c’è chi ha rischiato la vita e chi l’ha persa e chi ha fatto semplicemente il suo dovere e merita di essere ricordato.

"Il Teatro Città Murata ovvero Marco Continanza, con Mumble Teatro, ovvero Davide Marranchelli, attore e regista, si sono incontrati per raccontare in “Figurini” Storie di uomini da incorniciare, il gioco del calcio, il gioco del calcio come epopea, come “ultima rappresentazione del nostro tempo” come diceva Pasolini, compiuta da eroi conosciutissimi e strapagati ma, anche e soprattutto, da moltissimi altri, sconosciuti che hanno coltivato un mestiere, una passione che interessa, che strazia il cuore, che fa esultare milioni di persone in tutto il mondo. Nel contempo in “ Figurini” il calcio viene presentato come nobile gara tra due squadre che, in quanto nobile, non ammette rancori, odi, razzismi di ogni genere, che purtroppo ne hanno offuscato e ne offuscano l'immagine anche quando protagonisti sono i “pulcini” delle squadre minori e i loro irascibili genitori. Per far questo i nostri due oscuri eroi dello spettacolo, Marco e Davide, prendendo spunto dalla formazione di una squadra modello, entrano di petto nella storia dello sport più popolare del mondo, per narrarne episodi sconosciuti, particolarità che ne hanno costruito la storia. Ecco che dalla memoria emerge la storia di Ilunga Mwepu, giocatore dello Zaire, che con la forza della disperazione, per non essere ucciso dal dittatore del suo paese, ruba il pallone perchè non venga calciato un rigore contro la sua squadra, o il piccolo, oscuro, numero 4 dell' Intimiano che, pur azzoppato, continua stoicamente a giocare, andando a ringraziare tutti gli avversari sino negli spogliatoi , e poi il nobiluomo Gaetano Scirea, il grande Mazzola che morirà sulla collina di Superga, episodio commovente che apre lo spettacolo, o Gigi Meroni che portò la sua follia poetica nel calcio. Ognuno porta la sua storia e la sua caratteristica. Ma si ride, anche, e parecchio, nello spettacolo, dove anche Marco e Davide, loro, o meglio, nostro malgrado, vogliono far parte della squadra, come pure un rappresentante del pubblico, il più informato riguardo alla storia del pallone. Alla fine lo spettacolo, dedicato anche a noi che di questo sport non capiamo quasi nulla, anzi che in qualche modo aborriamo, risulta, attraverso una narrazione appassionata e appassionante di storie di esistenze significative assai diverse tra loro, tra cabaret e teatro di formazione umana, un omaggio soprattutto alla passione per la vita e per le sue multiformi possibiltà."

EOLO - Rivista di teatro per ragazzi

“Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie”

La frase del rugbista e giornalista statunitense Henry Blaha viene per una volta smentita. A farlo sono Marco Continanza e Davide Marranchelli che schierano in campo (e sul palco) la squadra dei buoni, undici calciatori che avranno il compito di sconfiggere in una emozionante partita immaginaria, commentata ovviamente da Bruno Pizzul, i rivali cattivi e maleducati. Una maleducazione che non riguarda solo il mondo del calcio, ma tutta la società, e che i due attori vogliono superare attraverso i loro racconti da sognatori romantici. Così nasce Figurini: la durata si avvicina a quella di una partita di calcio, ma non di uno scialbo zero a zero tra due squadre compiacenti in cerca di punti salvezza, piuttosto siamo ai livelli di Italia-Germania 4-3, ricca di emozioni e di colpi di scena.

Continanza e Marranchelli hanno tanto da raccontare e riescono a farlo con maestria passando dal cabaret che strappa grandi risate alla solennità di momenti drammatici come la tragedia di Superga o la sfida del 1974 tra Brasile e Zaire con una comica punizione calciata da Ilunga Mwepu in cui si nasconde qualcosa che di comico ha ben poco. Da Ibrahimovic al numero 4 di una piccola squadra amatoriale, da Scirea a papa Francesco, ogni personaggio chiamato a formare questa utopica squadra dei buoni ha qualcosa da svelare al pubblico. Il calcio fa da filo conduttore in un testo che non ha i calciatori come protagonisti, bensì gli uomini, alcuni sono dei professionisti, qualcuno probabilmente non ha mai giocato seriamente, uno addirittura è un personaggio dei cartoni animati, eppure anche la sua storia ha qualcosa da insegnare.

I due attori, oltre a spalleggiarsi con grande affiatamento, dettano i tempi come dei perfetti metronomi del centrocampo, permettendo allo spettatore di ridere quando c’è da ridere ed emozionarsi quando cresce l’enfasi del racconto. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che strizza l’occhio al pubblico e nella quale troviamo brani come “Un’estate italiana”, “Also sprach Zarathustra” e perfino la sigla di “Holly e Benji”. La scenografia poi, non poteva non essere ricca di elementi calcistici: panchina, palloni, scarpe, magliette, pantaloncini, non manca nemmeno il thermos per il tè di fine primo tempo.

Qualcuno si domanderà se “Figurini” può convincere anche chi col calcio ha poco da spartire e la risposta è sì. Anche in questo caso il merito è tutto della coppia Continanza-Marranchelli sempre bravi a scegliere gli argomenti giusti e a stimolare, tra una battuta e un aneddoto, la curiosità della gente. Uno spettacolo che fa sognare, regala speranza e insegna che, anche in caso di errori, c’è sempre a disposizione il terzo tempo per sistemare le cose.

Ivan Filannino - Milano Teatri

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